Presente nella sola edizione del 1969. Si ricava dall’unione delle uve per Barbera e Bonarda un vino di “tinta morata, bouquet di lampone e fragola con sentore di garofano, sapore ammandorlato”. Tipico di Ziano, Castelsangiovanni, Borgonovo Val Tidone, Carpaneto, Vigolzone, Castell'Arquato. Rossi simili al Guttùrnio si trovano anche ad Agazzano, Travo, Bèttola.

Nella versione del Touring Club Italiano il nome del vino non avrebbe nulla a che vedere con il gutturnium, “coppa adoperata dagli antichi romani per sorbire, alla fine del banchetto, il cosiddetto bicchiere della staffa”. Versioni oggi diffuse, invece, identificano l’oggetto antico con il vino piacentino.